
Con grande soddisfazione ho potuto leggere sul Corriere della Sera di ieri l'articolo di Piero Ostellino che, ovviamente con ben altra autorità e capacità, sviluppa da par suo le mie stesse considerazioni iniziali. Dice Ostellino "Con la spettacolarizzazione della caccia all'evasore- spacciato come responsabile della pressione fiscale di cui sarebbe vittima l'onesto contribuente-si è trasformata l'evasione da "fenomeno sociologico" a "fatto morale", dirottando l'attenzione dei cittadini dalle tasse che essi pagano a quelle che gli evasori non pagano. Lo slogan truffaldino della campagna è "pagare tutti per pagare meno". Dice ancora in chiusura del suo pezzo "Spiace constatare che l'imbroglio sia nato con il governo Monti. Ma l'aumento della pressione fiscale e la spettacolarizzazione della lotta all'evasione sono una coincidenza troppo forte per non suscitare il sospetto che l'una sia funzionale alla legittimazione dell'altra. Lo attribuirei, inoltre, all'ignoranza della correlazione fra meccanismi psicologici e movimenti politici che è all'origine dei regimi autoritari e totalitari. La politica è cosa più seria di quanto piace ora immaginare e non ci si improvvisa uomini di Stato. Il governo - col suo accademico distacco dalla gente comune - e i suoi consulenti fiscali, col loro messianesimo salvifico, sono gli apprendisti stregoni che hanno generato un mostro: il "fascismo di popolo". Che, una volta diventato politico, divorerà anche loro". Potremmo anche prendere questo presagio di Ostellino come un auspicio.