sabato 2 giugno 2012

Altri tempi

Mi è capitato di leggere su Facebook questa lettera inviata da Mussolini nel 1926 all'Ing. Romeo, proprietario della fabbrica di automobili "Alfa Romeo". Credo che meglio di qualsiasi saggio storico o pseudo storico ci faccia capire quale era lo spirito che animava l'allora Capo del Governo e come tale spirito si sia trasferito agli italiani negli anni immediatamente successivi, trasformando una nazione sottosviluppata, povera e costretta a veder emigrare una gran parte dei suoi cittadini, in una delle prime tre potenze industriali del mondo all'avanguardia in ogni settore della scienza e della tecnologia.


Leggiamo cosa scrisse Prezzolini nel 1934, all'apice della  crisi economica mondiale del '29, dopo un viaggio in Italia, proveniente dagli Stati Uniti:
"Pace in questa Italia, ecco il primo sentimento certo che si prova venendo di fuori e dura per tutto il soggiorno. Le strade non saranno grandi come le Avenues, ma non ci sono mitragliatrici, le lire non saranno molte come i dollari, ma sono sempre lire e lo saranno domani. I ricchi non hanno bisogno di guardie del corpo per salvare i figlioli dal sequestro. I poveri non devono pagare la taglia mensile alla mala vita per esercitare il loro mestiere. Il popolo italiano appare rinnovato. Gode come nessun altro popolo del paesaggio, dei fiori, dei colori dell’aria. I discorsi e i commenti che vi senti, lasciano trasparire un’atmosfera di serenità e di salute. Il popolo italiano ha un aspetto più forte, più dignitoso, più serio, più curato, meglio vestito di un tempo, è ossequiente alle leggi e ai regolamenti, è istruito nella generalità. Non è ricco come altri popoli, ma non lo è mai stato e in confronto del popolo americano mi pare senza dubbio più contento."