Durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana, Mussolini, mettendo in atto la sua legge ad personam rifiutò ogni emolumento, sino a quando Giovanni Dolfin, capo della Segreteria particolare, si trovò in difficoltà per espletare le esigenze degli uffici. Il Ministro Pellegrini-Giampietro, in una memoria pubblicata su Il Candido del 1958, ha scritto:
"Nel novembre era stato preparato un decreto, da me controfirmato, con il quale si assegnava al capo della RSI, l’appannaggio mensile di 120 mila lire. Il decreto, però, che doveva essere sottoposto alla firma del Capo dello Stato, fu da lui violentemente respinto una prima volta. Alla presentazione, effettuata dal Sottosegretario di Stato, Medaglia d’Oro Barracu, seguì una seconda del suo Segretario particolare Dolfin. A me, che, sollecitato da Dolfin e dall’economo, ripresentai per la terza volta il decreto, Mussolini disse: “Sentite Pellegrini, noi siamo in quattro: io, Rachele, Romano e Annamaria. Mille lire ciascuno sono sufficienti”. Dovetti insistere per fargli notare che, a parte l’insufficienza della cifra indicata, in relazione al costo della vita, occorreva tener conto delle spese della sua casa e degli uffici. Dopo vive sollecitazioni finì per accettare, essendo egli anche Ministro degli Esteri, solo l’indennità mensile di 12.500 lire assegnata ad ogni ministro. Nel dicembre 1944, però mi inviò una lettera che pubblicò, rinunciando ad ogni e qualsiasi emolumento, ritenendo sufficienti alle sue necessità i diritti d’autore".
( Da un articolo di Filippo Giannini )
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