Sto assistendo alla trasmissione su RAI 1 che tratta della crisi mondiale in corso ed ho sentito il direttore generale di Confindustria dire che "le nostre imprese hanno fatto molto".
Certo, molto hanno fatto per mantenere utili e dividendi tagliando i costi e riducendo il personale accrescendo così la disoccupazione soprattutto giovanile. Ovviamente, in un regime capitalistico come quello occidentale, non possiamo dar loro torto ma a questo punto mi chiedo se il Capitalismo è giunto al capolinea e se qualcuno rivaluterà le conquiste sociali e le innovazioni del Fascismo ( certo quello cooperativo degli inizi e non quello imperiale e guerrafondaio degli ultimi dieci anni ).
Ecco come lo storico Zeev Sternhell, ebreo, professore di Scienze Politiche presso l’Università di Gerusalemme, col saggio “La terza via fascista” (“Mulino” 1990), descrive quanto accennato: "Il Fascismo fu una dottrina politica, un fenomeno globale, culturale, che riuscì a trovare soluzioni originali ad alcune grandi questioni, che dominarono i primi anni del secolo". L’autore continua a spiegare: "Le ragioni dell’attrazione esercitata dal Fascismo su eminenti uomini della cultura europea, molti dei quali trovarono in esso la soluzione dei problemi relativi destino della civiltà occidentale". Sono proprio le soluzioni sociali ad attrarre maggiormente il giudizio del professore di Scienze Politiche: "Il corporativismo riuscì a dare la sensazione a larghi strati della popolazione che la vita fosse cambiata, che si fossero dischiuse delle possibilità completamente nuove di mobilità verso l’alto e di partecipazione". La cosa può apparire ancora più chiara leggendo un’altra considerazione sempre di Sternhell: "Il potere dello Stato incide sulla mobilitazione dell’economia nazionale, sulle possibilità di programmazione economica su larga scala e favorisce l’unità morale e l’unanimità spirituale delle masse".
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