Dopo le ultime proposte di legge ho finalmente capito che siamo in mano ad una massa di dilettanti ed incompetenti. Ma vi sembra possibile che il giorno prima annunciano le nuove geniali variazioni al Decretone e poi il giorno dopo sono cotretti a rimangiarsele tutte perchè viene immediatamente dimostrato che si tratta di cazzate che neanche un bimbo delle medie avrebbe potuto idearle.
Il problema non è la collusione o la corruzione: quelli sono dei semplici ladri come tanti. La realtà è che tutti glòi altri sono degli incompetenti ai quali vengono affidati i nostri destini.
mercoledì 31 agosto 2011
sabato 27 agosto 2011
Casta di ieri e casta di oggi
Durante il periodo della Repubblica Sociale Italiana, Mussolini, mettendo in atto la sua legge ad personam rifiutò ogni emolumento, sino a quando Giovanni Dolfin, capo della Segreteria particolare, si trovò in difficoltà per espletare le esigenze degli uffici. Il Ministro Pellegrini-Giampietro, in una memoria pubblicata su Il Candido del 1958, ha scritto:
"Nel novembre era stato preparato un decreto, da me controfirmato, con il quale si assegnava al capo della RSI, l’appannaggio mensile di 120 mila lire. Il decreto, però, che doveva essere sottoposto alla firma del Capo dello Stato, fu da lui violentemente respinto una prima volta. Alla presentazione, effettuata dal Sottosegretario di Stato, Medaglia d’Oro Barracu, seguì una seconda del suo Segretario particolare Dolfin. A me, che, sollecitato da Dolfin e dall’economo, ripresentai per la terza volta il decreto, Mussolini disse: “Sentite Pellegrini, noi siamo in quattro: io, Rachele, Romano e Annamaria. Mille lire ciascuno sono sufficienti”. Dovetti insistere per fargli notare che, a parte l’insufficienza della cifra indicata, in relazione al costo della vita, occorreva tener conto delle spese della sua casa e degli uffici. Dopo vive sollecitazioni finì per accettare, essendo egli anche Ministro degli Esteri, solo l’indennità mensile di 12.500 lire assegnata ad ogni ministro. Nel dicembre 1944, però mi inviò una lettera che pubblicò, rinunciando ad ogni e qualsiasi emolumento, ritenendo sufficienti alle sue necessità i diritti d’autore".
( Da un articolo di Filippo Giannini )
"Nel novembre era stato preparato un decreto, da me controfirmato, con il quale si assegnava al capo della RSI, l’appannaggio mensile di 120 mila lire. Il decreto, però, che doveva essere sottoposto alla firma del Capo dello Stato, fu da lui violentemente respinto una prima volta. Alla presentazione, effettuata dal Sottosegretario di Stato, Medaglia d’Oro Barracu, seguì una seconda del suo Segretario particolare Dolfin. A me, che, sollecitato da Dolfin e dall’economo, ripresentai per la terza volta il decreto, Mussolini disse: “Sentite Pellegrini, noi siamo in quattro: io, Rachele, Romano e Annamaria. Mille lire ciascuno sono sufficienti”. Dovetti insistere per fargli notare che, a parte l’insufficienza della cifra indicata, in relazione al costo della vita, occorreva tener conto delle spese della sua casa e degli uffici. Dopo vive sollecitazioni finì per accettare, essendo egli anche Ministro degli Esteri, solo l’indennità mensile di 12.500 lire assegnata ad ogni ministro. Nel dicembre 1944, però mi inviò una lettera che pubblicò, rinunciando ad ogni e qualsiasi emolumento, ritenendo sufficienti alle sue necessità i diritti d’autore".
( Da un articolo di Filippo Giannini )
giovedì 18 agosto 2011
La grande bufala del prezzo della benzina
Ho incontrato al mare un amico che è diventato un personaggio di primo piano nel commercio mondiale del petrolio. Alla mia classica domanda del perchè il prezzo alla pompa di benzina e gasolio non segua il prezzo del greggio ma rimanga sempre alto e non scenda mai, la riposta è stata una sonora risata.
Mi ha spiegato, con l'aria di parlare ad un bambino di cinque anni, che quello che stampa e TV ci propinano come prezzo attuale del greggio in dollari al barile si riferisce solo ai contratti spot a tre mesi che in genere sono trattati da speculatori o piccole compagnie sfigate che non sono in grado di assicurarsi contratti con i paesi produttori. Tutto ciò rappresenta il 3% del volume complessivo della produzione mondiale di greggio. Il restante 97% è regolato da contratti ventennali tra le principali compagnie e i paesi estrattori; contratti che fissano il prezzo per venti anni con pochissime variazioni. Il prezzo reale del greggio è quindi di gran lunga inferiore a quello pubblicizzato che serve da specchietto per le allodole ( noi consumatori ) e che le stesse compagnie pubblicizzano per giustificare eventuali aumenti su una materia prima che in realtà a loro costa forse un terzo. La maggior parte di questi contratti di lungo periodo sono fatti sulla parola ( si, avete capito bene come al mercato delle vacche di una volta ) per cui non lasciano tracce per chi volesse intervenire fiscalmente e si può star sicuri che nessuno sgarra.
Sono rimasto senza parole ma, finalmente, ho capito tante cose!
Mi ha spiegato, con l'aria di parlare ad un bambino di cinque anni, che quello che stampa e TV ci propinano come prezzo attuale del greggio in dollari al barile si riferisce solo ai contratti spot a tre mesi che in genere sono trattati da speculatori o piccole compagnie sfigate che non sono in grado di assicurarsi contratti con i paesi produttori. Tutto ciò rappresenta il 3% del volume complessivo della produzione mondiale di greggio. Il restante 97% è regolato da contratti ventennali tra le principali compagnie e i paesi estrattori; contratti che fissano il prezzo per venti anni con pochissime variazioni. Il prezzo reale del greggio è quindi di gran lunga inferiore a quello pubblicizzato che serve da specchietto per le allodole ( noi consumatori ) e che le stesse compagnie pubblicizzano per giustificare eventuali aumenti su una materia prima che in realtà a loro costa forse un terzo. La maggior parte di questi contratti di lungo periodo sono fatti sulla parola ( si, avete capito bene come al mercato delle vacche di una volta ) per cui non lasciano tracce per chi volesse intervenire fiscalmente e si può star sicuri che nessuno sgarra.
Sono rimasto senza parole ma, finalmente, ho capito tante cose!
mercoledì 17 agosto 2011
I ricchi non piangono...anche in USA
Ieri in spiaggia mi è capitato tra le mani il New York Times, edizione internazionale. Non avendo nostri quotidiani da leggere mi sono messo a sfogliarlo trovando alla fine un articolo a firma di Warren E. Buffett, credo l'uomo più ricco del mondo o quasi, dal titolo "Basta viziare i super-ricchi".
Potete immaginare con quanto interesse mi sono messo a leggerlo. Alla fine ho pensato a quanto sarebbe stato bello se un articolo del genere lo avessi potuto leggere sul Corriere o sulla Repubblica, a firma di Berlusconi, De Benedetti, Montezemolo, Della Valle o un altro dei nostri super ricchi. Purtroppo so già che questo resterà un sogno!
Buffett inizia il suo articolo dicendo che i politici americani chiedono "sacrifici condivisi" ai cittadini ma che lui è stato esentato dal sacrificio così come tutti i suoi amici "mega-rich" ai quali ha chiesto in che modo erano stati toccati dalle nuove tasse. Prosegue Buffett dicendo: "L'anno scorso io ho pagato 6.800.000 dollari di tasse e questa cifra sembrerà enorme a tutti ma in realtà io ho pagato solo il 17,4% dei miei ricavi finanziari. Nel mio ufficio lavorano 20 persone stipendiate che invece hanno pagato tra il 33 e il 36% dei loro ricavi. Se uno fa denaro con il denaro, come molti dei miei amici super-ricchi fanno, la sua percentuale potrebbe essere ancora più bassa della mia. Ma se uno si guadagna da vivere lavorando la sua percentuale sarà sicuramente più del doppio della mia."
A questo punto Buffett continua: "Negli anni '80 e '90 le tasse per i ricchi erano molto più alte. C'è una teoria economica che circola e che afferma che tasse più alte sui guadagni finanziari ( plusvalenze e dividendi ) fermerebbero gli investimenti. In vita mia non ho mai visto nessuno rifiutare un buon affare perchè le tasse da pagare sarebbero state troppo alte. Non solo, ma voglio farvi notare che in quegli anni quando le tasse erano più alte si crearono circa 40 milioni di nuovi posti di lavoro."
Buffett conclude dicendo che lui e i suoi amici mega-ricchi erano stati viziati e rispettati troppo a lungo dai membri del Congresso e che era giunto il momento che il governo americano diventasse più serio nel richiedere sacrifici ai propri cittadini. I miliardari come lui dovrebbero pagare molte più tasse.
Non aggiungo alcun commento perchè chiunque può facilmente fare il paragone tra USA e Italia, tra Buffett e i nostri miliardari, tra Congresso americano e Casta italiana e trarre le sue conclusioni.
Chi vuole può leggere l'articolo originale qui.
Potete immaginare con quanto interesse mi sono messo a leggerlo. Alla fine ho pensato a quanto sarebbe stato bello se un articolo del genere lo avessi potuto leggere sul Corriere o sulla Repubblica, a firma di Berlusconi, De Benedetti, Montezemolo, Della Valle o un altro dei nostri super ricchi. Purtroppo so già che questo resterà un sogno!
Buffett inizia il suo articolo dicendo che i politici americani chiedono "sacrifici condivisi" ai cittadini ma che lui è stato esentato dal sacrificio così come tutti i suoi amici "mega-rich" ai quali ha chiesto in che modo erano stati toccati dalle nuove tasse. Prosegue Buffett dicendo: "L'anno scorso io ho pagato 6.800.000 dollari di tasse e questa cifra sembrerà enorme a tutti ma in realtà io ho pagato solo il 17,4% dei miei ricavi finanziari. Nel mio ufficio lavorano 20 persone stipendiate che invece hanno pagato tra il 33 e il 36% dei loro ricavi. Se uno fa denaro con il denaro, come molti dei miei amici super-ricchi fanno, la sua percentuale potrebbe essere ancora più bassa della mia. Ma se uno si guadagna da vivere lavorando la sua percentuale sarà sicuramente più del doppio della mia."
A questo punto Buffett continua: "Negli anni '80 e '90 le tasse per i ricchi erano molto più alte. C'è una teoria economica che circola e che afferma che tasse più alte sui guadagni finanziari ( plusvalenze e dividendi ) fermerebbero gli investimenti. In vita mia non ho mai visto nessuno rifiutare un buon affare perchè le tasse da pagare sarebbero state troppo alte. Non solo, ma voglio farvi notare che in quegli anni quando le tasse erano più alte si crearono circa 40 milioni di nuovi posti di lavoro."
Buffett conclude dicendo che lui e i suoi amici mega-ricchi erano stati viziati e rispettati troppo a lungo dai membri del Congresso e che era giunto il momento che il governo americano diventasse più serio nel richiedere sacrifici ai propri cittadini. I miliardari come lui dovrebbero pagare molte più tasse.
Non aggiungo alcun commento perchè chiunque può facilmente fare il paragone tra USA e Italia, tra Buffett e i nostri miliardari, tra Congresso americano e Casta italiana e trarre le sue conclusioni.
Chi vuole può leggere l'articolo originale qui.
lunedì 15 agosto 2011
Assassini impuniti!
Pochi giorni fa avevo intitolato un mio post "Gli Assassini sono tra noi!". Purtroppo in questi giorni ne abbiamo avuto una terribile conferma con l'albanese ubriaco che ha imboccato la A26 contromano e si è schiantato contro l'auto di quattro ragazzi francesi che stavano andando in vacanza.
Il procuratore di Alessandria non ha provveduto all'arresto immediato dell'assassino ( perchè questa è l'unica denominazione che mi viene in mente ) perchè incensurato, imprenditore e abitante da diversi anni ad Alessandria, così da non temere la fuga. In altre parole se io, o qualcuno di voi che mi leggete, ci ubriachiamo al ristorante, usciamo e guidiamo in autostrada contro mano ed infine facciamo una strage, saremo solo denunciati e non arrestati poichè la legge ci tutela!
Terrificante!!! Questa è la nostra giustizia amministrata da chi applica la legge con il sorriso tra le labbra senza neanche pensare alle vittime e a quello che provano i genitori, i parenti o gli amici degli assassinati.
Quanti altre centinaia di morti innocenti ci vorranno perchè la legge venga modificata e possa finalmente tutelare le vittime e castigare i colpevoli?
Il procuratore di Alessandria non ha provveduto all'arresto immediato dell'assassino ( perchè questa è l'unica denominazione che mi viene in mente ) perchè incensurato, imprenditore e abitante da diversi anni ad Alessandria, così da non temere la fuga. In altre parole se io, o qualcuno di voi che mi leggete, ci ubriachiamo al ristorante, usciamo e guidiamo in autostrada contro mano ed infine facciamo una strage, saremo solo denunciati e non arrestati poichè la legge ci tutela!
Terrificante!!! Questa è la nostra giustizia amministrata da chi applica la legge con il sorriso tra le labbra senza neanche pensare alle vittime e a quello che provano i genitori, i parenti o gli amici degli assassinati.
Quanti altre centinaia di morti innocenti ci vorranno perchè la legge venga modificata e possa finalmente tutelare le vittime e castigare i colpevoli?
venerdì 12 agosto 2011
Il PDL difensore dei redditi più alti
Leggo sul Tirreno di Livorno, dove mi trovo in vacanza, che il deputato Pdl Rocco Giranda, a proposito dell'introduzione del ticket sanitario, ha affermato: "Dopo la demagogia iniziale, ecco il vero volto delle giunte regionali del triangolo rosso formato da Toscana, Umbria ed Emilia-Romagna: colpire i redditi più elevati. La copertura economica di questa operazione viene effettuata colpendo i redditi progressivamente più elevati, a partire dai 36mila euro annui, dando così un'ennesima dimostrazione dell'approccio classista che è proprio della cultura politica della sinistra comunista".
Da queste parti penso gli avranno riposto " O Giranda, a chi si doveva fa pagà ir ticket seondo te? Solo a i poveracci dei penzionati con 500 euri al mese?"
Da queste parti penso gli avranno riposto " O Giranda, a chi si doveva fa pagà ir ticket seondo te? Solo a i poveracci dei penzionati con 500 euri al mese?"
giovedì 11 agosto 2011
Crisi e Fascismo
Sto assistendo alla trasmissione su RAI 1 che tratta della crisi mondiale in corso ed ho sentito il direttore generale di Confindustria dire che "le nostre imprese hanno fatto molto".
Certo, molto hanno fatto per mantenere utili e dividendi tagliando i costi e riducendo il personale accrescendo così la disoccupazione soprattutto giovanile. Ovviamente, in un regime capitalistico come quello occidentale, non possiamo dar loro torto ma a questo punto mi chiedo se il Capitalismo è giunto al capolinea e se qualcuno rivaluterà le conquiste sociali e le innovazioni del Fascismo ( certo quello cooperativo degli inizi e non quello imperiale e guerrafondaio degli ultimi dieci anni ).
Ecco come lo storico Zeev Sternhell, ebreo, professore di Scienze Politiche presso l’Università di Gerusalemme, col saggio “La terza via fascista” (“Mulino” 1990), descrive quanto accennato: "Il Fascismo fu una dottrina politica, un fenomeno globale, culturale, che riuscì a trovare soluzioni originali ad alcune grandi questioni, che dominarono i primi anni del secolo". L’autore continua a spiegare: "Le ragioni dell’attrazione esercitata dal Fascismo su eminenti uomini della cultura europea, molti dei quali trovarono in esso la soluzione dei problemi relativi destino della civiltà occidentale". Sono proprio le soluzioni sociali ad attrarre maggiormente il giudizio del professore di Scienze Politiche: "Il corporativismo riuscì a dare la sensazione a larghi strati della popolazione che la vita fosse cambiata, che si fossero dischiuse delle possibilità completamente nuove di mobilità verso l’alto e di partecipazione". La cosa può apparire ancora più chiara leggendo un’altra considerazione sempre di Sternhell: "Il potere dello Stato incide sulla mobilitazione dell’economia nazionale, sulle possibilità di programmazione economica su larga scala e favorisce l’unità morale e l’unanimità spirituale delle masse".
Certo, molto hanno fatto per mantenere utili e dividendi tagliando i costi e riducendo il personale accrescendo così la disoccupazione soprattutto giovanile. Ovviamente, in un regime capitalistico come quello occidentale, non possiamo dar loro torto ma a questo punto mi chiedo se il Capitalismo è giunto al capolinea e se qualcuno rivaluterà le conquiste sociali e le innovazioni del Fascismo ( certo quello cooperativo degli inizi e non quello imperiale e guerrafondaio degli ultimi dieci anni ).
Ecco come lo storico Zeev Sternhell, ebreo, professore di Scienze Politiche presso l’Università di Gerusalemme, col saggio “La terza via fascista” (“Mulino” 1990), descrive quanto accennato: "Il Fascismo fu una dottrina politica, un fenomeno globale, culturale, che riuscì a trovare soluzioni originali ad alcune grandi questioni, che dominarono i primi anni del secolo". L’autore continua a spiegare: "Le ragioni dell’attrazione esercitata dal Fascismo su eminenti uomini della cultura europea, molti dei quali trovarono in esso la soluzione dei problemi relativi destino della civiltà occidentale". Sono proprio le soluzioni sociali ad attrarre maggiormente il giudizio del professore di Scienze Politiche: "Il corporativismo riuscì a dare la sensazione a larghi strati della popolazione che la vita fosse cambiata, che si fossero dischiuse delle possibilità completamente nuove di mobilità verso l’alto e di partecipazione". La cosa può apparire ancora più chiara leggendo un’altra considerazione sempre di Sternhell: "Il potere dello Stato incide sulla mobilitazione dell’economia nazionale, sulle possibilità di programmazione economica su larga scala e favorisce l’unità morale e l’unanimità spirituale delle masse".
sabato 6 agosto 2011
"Il Cavaliere è al capolinea" di Giampaolo Pansa
Ho da sempre apprezzato Pansa, giornalista e scrittore, anche quando non condividevo alcuni dei suoi scritti sulla Repubblica e, a maggior ragione, apprezzo oggi il lavoro da lui svolto in questi ultimi anni per ristabilire la verità sui fatti accaduti durante la nostra guerra civile.
Mi è capitato tra le mani un recente numero di Libero del 22 maggio scorso con il suo" bestiario" con questo titolo. Questa volta non posso far a meno di condividere tutto quello che Pansa ha scritto, poco prima dei ballottaggi di Milano e Napoli.
"Il 25 luglio 1943 cadde il regime fascista. Benito Mussolini venne abbandonato dalla maggioranza del Gran Consiglio e si dimise dall'incarico di capo del governo. Ci sarà un 25 luglio anche per Silvio Berlusconi? Il Cavaliere non lo confesserà mai. Eppure, essendo un leader politico accorto, non può evitare di pensarci. L'aria che sente girare attorno alla sua premiership non è più quella del 2008, l'anno del trionfo elettorale. Spira un vento freddo, il cielo si è coperto di nuvole nere, vola minaccioso l'uccello padulo, segno di sfortuna e di trappole in vista...".
Mi è capitato tra le mani un recente numero di Libero del 22 maggio scorso con il suo" bestiario" con questo titolo. Questa volta non posso far a meno di condividere tutto quello che Pansa ha scritto, poco prima dei ballottaggi di Milano e Napoli.
"Il 25 luglio 1943 cadde il regime fascista. Benito Mussolini venne abbandonato dalla maggioranza del Gran Consiglio e si dimise dall'incarico di capo del governo. Ci sarà un 25 luglio anche per Silvio Berlusconi? Il Cavaliere non lo confesserà mai. Eppure, essendo un leader politico accorto, non può evitare di pensarci. L'aria che sente girare attorno alla sua premiership non è più quella del 2008, l'anno del trionfo elettorale. Spira un vento freddo, il cielo si è coperto di nuvole nere, vola minaccioso l'uccello padulo, segno di sfortuna e di trappole in vista...".
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